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Erythropoietin: il farmaco che ha rivoluzionato la farmacologia sportiva
Introduzione
La farmacologia sportiva è una branca della farmacologia che si occupa dello studio degli effetti dei farmaci sulle prestazioni atletiche. Negli ultimi decenni, questa disciplina ha suscitato un grande interesse, soprattutto a causa dell’uso sempre più diffuso di sostanze dopanti nel mondo dello sport. Tra le molte sostanze utilizzate per migliorare le prestazioni atletiche, una delle più famose e controverse è l’erythropoietina, comunemente nota come EPO.
L’erythropoietina è un ormone prodotto naturalmente dal corpo umano, che ha il compito di stimolare la produzione di globuli rossi nel midollo osseo. Questi globuli rossi sono responsabili del trasporto di ossigeno ai tessuti e quindi hanno un ruolo fondamentale nelle prestazioni fisiche. Tuttavia, negli ultimi decenni, l’erythropoietina è stata sintetizzata in laboratorio e utilizzata come farmaco per aumentare artificialmente la produzione di globuli rossi nel corpo umano.
Storia dell’EPO
L’erythropoietina è stata scoperta nel 1906 da Paul Carnot e Camille Deflandre, due ricercatori francesi che hanno dimostrato che l’ormone era responsabile della produzione di globuli rossi. Tuttavia, è stato solo negli anni ’80 che l’EPO è diventata una sostanza di interesse nella farmacologia sportiva.
Nel 1985, un gruppo di ricercatori svizzeri ha sintetizzato l’ormone in laboratorio e ha dimostrato che poteva essere utilizzato come farmaco per aumentare la produzione di globuli rossi. Da quel momento, l’EPO è stata utilizzata principalmente per trattare pazienti con anemia, ma ben presto è diventata una sostanza molto popolare tra gli atleti che cercavano di migliorare le loro prestazioni.
Meccanismo d’azione
L’erythropoietina agisce stimolando la produzione di globuli rossi nel midollo osseo. Questo processo è noto come eritropoiesi e avviene grazie all’interazione dell’EPO con i recettori presenti sulla superficie delle cellule staminali del midollo osseo. Una volta attivati, questi recettori iniziano a produrre un maggior numero di globuli rossi, aumentando così il numero di cellule responsabili del trasporto di ossigeno.
Effetti sull’organismo
L’utilizzo di EPO può portare a diversi effetti sull’organismo, sia positivi che negativi. Tra gli effetti positivi, l’aumento della produzione di globuli rossi porta ad un miglioramento delle prestazioni fisiche, in particolare dell’endurance. Ciò è dovuto al fatto che una maggiore quantità di ossigeno viene trasportata ai muscoli, permettendo loro di lavorare più a lungo e con maggiore intensità.
Tuttavia, l’utilizzo di EPO può anche portare ad effetti collaterali pericolosi per la salute. Uno dei più comuni è l’aumento della viscosità del sangue, che può portare a problemi cardiovascolari come infarti e ictus. Inoltre, l’eccesso di globuli rossi può causare una maggiore coagulazione del sangue, aumentando il rischio di trombosi.
Utilizzo nell’ambito sportivo
L’EPO è stata utilizzata per la prima volta nel mondo dello sport negli anni ’90, soprattutto nel ciclismo e nell’atletica leggera. Tuttavia, è diventata particolarmente famosa nel 1998, quando il ciclista italiano Marco Pantani è stato squalificato dal Tour de France per aver fatto uso di EPO.
Da quel momento, l’utilizzo di EPO è diventato sempre più diffuso nel mondo dello sport, soprattutto tra gli atleti di resistenza. Tuttavia, grazie ai continui controlli antidoping e alle nuove tecniche di rilevamento, l’uso di EPO è diventato sempre più rischioso per gli atleti, che rischiano di essere squalificati e di compromettere la loro carriera.
Controlli antidoping
Come accennato in precedenza, l’utilizzo di EPO è diventato sempre più rischioso per gli atleti a causa dei continui controlli antidoping. Negli ultimi anni, sono state sviluppate nuove tecniche di rilevamento dell’EPO, che permettono di individuare la presenza del farmaco nel sangue anche a distanza di diversi giorni dall’assunzione.
Tra le tecniche più utilizzate ci sono il test dell’isoforma e il test del passaporto biologico. Il primo consiste nell’analisi delle diverse isoforme di EPO presenti nel sangue, mentre il secondo si basa sull’analisi dei parametri ematici dell’atleta nel tempo, alla ricerca di anomalie che possano indicare l’utilizzo di EPO.
Conclusioni
In conclusione, l’erythropoietina è un farmaco che ha rivoluzionato la farmacologia sportiva, permettendo agli atleti di migliorare le loro prestazioni fisiche. Tuttavia, l’utilizzo di EPO è molto rischioso per la salute e può portare a gravi effetti collaterali. Inoltre, grazie ai continui controlli antidoping, l’uso di EPO è diventato sempre più difficile da nascondere, mettendo a rischio la carriera degli atleti che ne fanno uso. È quindi fondamentale che gli atleti siano consapevoli dei rischi legati all’utilizzo di EPO e che si impegnino a competere in modo leale e rispettoso delle regole.